I migliori dischi del 1979

Il quadro generale del Settantanove italiano è molto simile a quello degli anni immediatamente precedenti, e ne condivide le medesime tensioni. Le Brigate Rosse, seppur in iniziale fase declinante, continuano ad uccidere: suscitano scalpore, in particolare, gli omicidi dell’operaio Guido Rossa e del magistrato Emilio Alessandrini; l’economia prosegue nella sua fase di stagnazione e si susseguono le crisi di governo.

Tuttavia, proprio a causa di una di queste, vengono sciolte le Camere e indette nuove elezioni, che porteranno a una netta sconfitta del PCI, dopo i trionfi del biennio 1975-76. Si tratta di uno dei primi segni di discontinuità rispetto alla decade che sta per chiudersi, la quale aveva visto un continuo avanzamento della sinistra.

A questo s’aggiunge un iniziale disinteresse verso la lotta politica e le questioni sociali: l’impegno ‘militante’ fra i giovani è ancora parecchio sentito, eppure inizia a materializzarsi quello che verrà chiamato ‘riflusso’, ossia la tendenza a privilegiare l’individualismo e la dimensione privata a scapito di quella pubblica e comunitaria.

Anche il resto del mondo sembra vivere l’inizio di una nuova era. La rivoluzione islamica capeggiata dall’ayatollah Khomeini mette fine all’Iran ‘laico’ dello scià Reza Pahlavi, influenzando al rialzo il prezzo del petrolio, mentre l’elezione di Margaret Thatcher a primo ministro del Regno Unito spiana la strada al nuovo orientamento liberista dell’economia, una costante degli anni Ottanta.

In ambito musicale inizia a muoversi qualcosa anche in Italia: la new wave e il punk cominciano ad attecchire nel sottosuolo, ma per parlare di un vero movimento bisognerà aspettare il 1980.

Il 1979 è però, soprattutto, l’anno del secondo album di Vasco Rossi, quello in cui è contenuta “Albachiara”; per il momento sono in pochi ad accorgersene, ma nel giro di qualche anno la pop music italica verrà cambiata dall’ascesa del rocker di Zocca.

Sanremo è vinto da Mino Vergnaghi con il brano “Amare”; agonizzante per tutti i Settanta, il Festival della Canzone Italiana avrà un ritorno di fiamma nel decennio successivo, iniziando ad assumere la forma odierna.

Estendendo poi lo sguardo sulla musica internazionale, il panorama continua ad esser dominato, ai suoi vari livelli, dalle vibrazioni del post – punk e della new wave da un lato, dalla disco music e dal classic rock dall’altro (anche se a volte tutti questi stili si confondono, vedi alla voce Police), con l’arrivo di Michael Jackson al livello di popstar assoluta.

Le grosse novità, ancora puramente underground (tranne circoscritte eccezioni), ma che sviluppandosi saranno una costante degli ultimi tre decenni e influenzeranno la maggior parte del rock e del pop dei nostri giorni, sono però tre. In Inghilterra si sviluppa la NWOBHM, ovvero New Wave Of British Heavy Metal, che l’anno successivo vedrà i primi grandi debut album dei suoi protagonisti più famosi, e che servirà a plasmare il suono dell’heavy metal così com’è riconosciuto ancora oggi: nel ’79 non escono ancora pietre miliari di questa corrente, però si fa un gran parlare di “The Soundhouse Tapes”, una demo di tre brani incisa da tali Iron Maiden…

Se l’Inghilterra, dopo il punk, vive questo ulteriore fermento, negli Stati Uniti si accendono i fuochi dell’hardcore punk (HC), estremizzazione ultra veloce del sound dei vari Ramones e Sex Pistols, la cui essenza viene descritta perfettamente dalle parole di Steven Blush, autore del fondamentale libro “American Punk Hardcore”: “Poi è arrivata una generazione di adolescenti stanchi che volevano il furore del punk senza la zavorra da accademia d’arte della new wave. Erano stati gettati i semi dell’hardcore“.

Terzo e ultimo sommovimento, e forse ancor più importante degli altri due, è quello dell’hip hop. Infatti, nel corso di questi dodici mesi, il rap entra in studio e nel commercio musicale. Si registrano i primi singoli, le prime rime al femminile e i primi boom di vendita. Il tutto grazie alla nascita di etichette indipendenti che permetteranno l’ingresso del genere nel mercato.

Non si può parlare ancora di veri e propri LP, per i quali si dovrà attendere l’inizio della nuova decade, ma intanto si fanno largo hit appartenenti a nomi del calibro di Kurtis Blow e The Sugar Hill Gang. Questi ultimi si contendono, tuttora, con la Fatback Band il titolo di pionieri del rap.