Quando sembra che il periodo più caldo degli Anni di Piombo sia ormai alle spalle, l’eversione terroristica di destra provoca la più grande strage dell’intero secondo Dopoguerra italiano: il 2 agosto, alla stazione di Bologna, una bomba ad alto potenziale uccide 85 persone e ne ferisce altre 200.
Nonostante l’arresto e la condanna dei presunti responsabili materiali, ad oggi non si sa ancora chi abbia veramente progettato e messo in atto questo enorme atto terroristico. Fra i misteri d’Italia, rimane anche l’abbattimento del DC9 di linea sui cieli di Ustica, avvenuto il 27 giugno dello stesso anno.
Oltre a questo, il terrorismo di estrema sinistra delle Brigate Rosse continua a colpire giornalisti, forze dell’ordine e magistrati, seppure meno intensamente rispetto agli anni passati. In linea di massima, quindi, il 1980 risente ancora pienamente del clima degli anni Settanta, nonostante il riflusso si faccia sentire sempre più fortemente e l’impegno politico, a tutti i livelli, inizi a mostrare una seria flessione.
Gli anni Ottanta iniziano a mostrare il loro volto, esteriormente più ‘positivo’ rispetto a quello della decade appena trascorsa, in realtà ricco di zone d’ombra e pregno di una cupezza diversa, meno esplicita e sanguinosa ma, forse, più profonda e sottile.
Che il pianeta stia entrando in una nuova fase economica, politica e sociale, d’altronde, lo dimostrano le rivolte degli operai polacchi a Danzica, spinti dal sindacato Solidarnosc di Lech Walesa, e soprattutto l’elezione a presidente degli Stati Uniti del repubblicano Ronald Reagan, il quale sarà il maggior attore della forte spinta liberista che subirà l’America e, di conseguenza, il mondo intero.
Sotto il profilo musicale, mentre il mondo è sconvolto sia dalle scomparse di Bon Scott (AC/DC) e John Bonham (Led Zeppelin), sia dall’omicidio di John Lennon avvenuto l’8 dicembre a New York per mano di Mark Chapman, l’Italia inizia a introiettare le novità scaturite dal punk e dalla new wave in modo più profondo rispetto agli anni precedenti: è soprattutto a Bologna che si costituisce una scena che guarda alla nuova musica inglese e americana, con l’esordio su 33 giri dei Gaznevada a far da battistrada.
A livello mainstream, invece, è il periodo del dominio artistico e commerciale di Lucio Dalla ed Edoardo Bennato, ma non solo: l’80 vede il ritorno a una dimensione realmente nazionalpopolare di Sanremo, con la vittoria di “Solo noi“, cantata da Toto Cutugno; a premiarlo, sarà nientemeno che Roberto Benigni.
Intanto, al di là delle Alpi, i grandi successi di Bruce Springsteen, Police, Queen e Dire Straits non impediscono il formarsi di nuove correnti musicali, in un quadro d’insieme sempre più variegato, in cui dalla new wave e dal post – punk possono spuntare gruppi radicalmente sperimentali come Tuxedomoon e Half Japanese, oppure ensemble in grado di unire forte innovazione con un buon successo di pubblico, ed è questo il caso della corrente gothic rock con gli LP di Bauhaus e Cure e di quella synth pop con il successo di Devo in USA e Ultravox in UK, o ancora band destinate a far la storia del pop/rock; si tratta degli U2, che con “Boy” danno alle stampe il loro primo disco.
Mentre l’hardcore inizia ad essere un movimento underground di un certo peso (vedi alla voce Dead Kennedys), per il rap si tratta dell’anno di Kurtis Blow e del suo singolo d’oro, “The Breaks”. Si registrano importanti collaborazioni e iniziative culturali.
Tra queste la Zulu Nation, ovvero un’organizzazione dedita alla diffusione dei sani valori dell’hip hop tra i giovani di tutto il mondo. Il 1980, inoltre, segna il primo passo falso della Sugarhill Gang: “8th Wonder” (che sarà comunque inserito nell’omonimo album del 1982) resterà ancorato tra le ultime venti posizioni della Billboard Hot 100.
Infine, è questo l’anno in cui la New Wave Of British Heavy Metal esplode definitivamente, con i debut album degli Angel Witch, dei Diamond Head e, soprattutto, degli Iron Maiden, che diventeranno uno dei più grandi gruppi metal di tutti i tempi, sicuramente il più grande Made in UK.