Il 1994 è un anno cruciale per l’Italia. Nelle elezioni politiche del 27-28 marzo Silvio Berlusconi, fondando Forza Italia, sbaraglia la concorrenza di centro e centro-sinistra diventando premier del nuovo governo di centro-destra. La sua figura condizionerà la vita politica, sociale ed economica della nazione per moltissimi anni a venire. Si tratta di un evento che oscura qualsiasi altro fatto accaduto nel nostro paese in quei dodici mesi.
C’è però un’altra tragedia da segnalare: il primo maggio, durante il Gran Premio di San Marino, muore in un incidente Ayrton Senna, uno dei più grandi piloti nella storia della Formula 1. Il ’94 è anche l’anno dei Mondiali di Calcio negli Stati Uniti, vinti dal Brasile ai rigori proprio contro la Nazionale Italiana, e chi ha un po’ di anni sulle spalle ricorderà sicuramente quel rigore sbagliato da Roberto Baggio…
Intanto, in ambito internazionale, l’Africa si trova al centro delle cronache per il terribile genocidio compiuto in Ruanda: nel giro di tre mesi verranno uccise circa un milione di persone appartenenti all’etnia Tutsi, un folle orrore che oscurerà l’elezione di Nelson Mandela a presidente del Sudafrica. In Europa, invece, alcuni paesi indicono referendum per aderire all’Unione Europea: Svezia e Finlandia dicono sì, mentre in Norvegia è il no a prevalere.
Passando alle più frivole vicende musicali, Sanremo è vinto da Aleandro Baldi con la canzone “Passerà”, mentre Andrea Bocelli si aggiudica il primo posto nella categoria Nuove Proposte con il brano “Il mare calmo della sera”: entrambi i cantanti sono non vedenti, la fortuna delle loro future carriere sarà però ben diversa.
Rimanendo nell’ambito del pop italico, il 1994 vede l’ingresso nei big della canzone di Biagio Antonacci, che con il quarto e omonimo album ottiene finalmente il grande riscontro di pubblico. Ma anche il rock tricolore emette incoraggianti segnali di vita, con l’esordio dei Marlene Kuntz, “Catartica”, che porta un’ondata di freschezza e innovazione nella scena alternativa degli anni Novanta.
All’estero esplode il britpop, con l’affermazione dei Blur e il colossale successo degli Oasis, mentre i Cranberries sbancano le classifiche con il disco più venduto della loro carriera, contenente il tormentone “Zombie”.
I riflettori sono però ancora puntati sul rock più duro, e questa volta è una tragedia quella che destabilizza il music biz: il 5 aprile, nella sua casa di Seattle, Kurt Cobain si toglie la vita con un colpo di fucile. Il suicidio del leader dei Nirvana scuoterà sino alle fondamenta il mondo del grunge e dell’alternative rock intero, tanto che a partire da quest’anno l’attenzione verso certi suoni inizierà a declinare e le major dirigeranno altrove i loro interessi, nonostante i successi di due dischi che suonano come commiati per questo movimento, “Superunknown” dei Soundgarden e “Mtv Unplugged In New York” dei Nirvana stessi.
Le nuove mire delle label andranno verso, ad esempio, il punk melodico/pop punk, che con gli exploit di “Dookie” dei Green Day e “Smash” degli Offspring salirà di colpo alla ribalta e occuperà i palinsesti di Mtv.
Tuttavia, la musica più violenta e pesante se la passa ancora benissimo in questo periodo, e la prova è il clamore suscitato da un disco come “The Downward Spiral” dei Nine Inch Nails, che ottiene l’acclamazione sia da parte del pubblico sia da parte della critica.
È pure l’anno di “Music For The Jilted Generation” dei Prodigy, lavoro che inizia a far scoprire l’elettronica anche al tradizionale pubblico del rock, e di “Mellow Gold” di Beck, caratterizzato da un crossover totale che serve a far familiarizzare gli “indie boy” con l’hip hop.
Il metal, nonostante non abbia più lo spazio mediatico di una volta, è vivo e vegeto e realmente creativo: i Pantera pubblicano un altro disco centrale per il nuovo modo d’intendere il thrash metal, e i Machine Head si accodano a loro con il fulminante esordio “Burn My Eyes”.
I Kyuss compongono l’opera “definitiva” per lo stoner, gli Slayer il loro disco più sottovalutato di sempre e i Dream Theater proseguono la saga prog – metal. Sono anche 12 mesi cruciali per la nicchia del black metal, che vede la pubblicazione di ben quattro LP fondamentali da parte di nomi storici quali Burzum, Darkthrone, Emperor e Mayhem; ormai il black norvegese fa concorrenza al death nelle preferenze dei metal kid più estremisti. Infine, la sperimentazione noise e grindcore più feroce si fregia di un capolavoro del calibro di “Willpower” dei Today Is The Day.
L’hip hop intanto è sempre più importante per l’industria musicale: Nas e Notorious B.I.G. spostano nuovamente l’attenzione sulle rime newyorkesi. Dopo il successo di Dre e Snoop Dogg, nel biennio precedente, la East Coast cala finalmente gli assi.
In Italia, invece, mentre Adriano Celentano rivendica la paternità del rap nazionale del suo “Prisencolinensinainciusol” (1973), si affacciano nuovi esponenti del genere come Otierre e Sangue Misto. Jovanotti, intanto, trova la sua dimensione artistica e il successo grazie al settimo album e ai fortunati singoli “Penso Positivo” e “Serenata Rap”; gli Articolo 31 pubblicano “Messa Di Vespiri” e acquistano popolarità con il brano “Maria Maria”.