I migliori dischi del 1993

Il 1993, sia in Italia sia a livello mondiale, può venir definito come un “anno di transizione“. A livello nazionale, infatti, non si segnalano avvenimenti eclatanti in grado d’imprimersi nella memoria collettiva (per quanto tale memoria, nel nostro paese, sia a raggio ridottissimo), diversamente da quanto accaduto nel 1992.

Tutto sommato, il ’93 pare schiudere nuove possibilità; nasce la Seconda Repubblica e la tempesta di Tangentopoli prosegue nella sua apparente ‘annichilazione’ della classe politica precedente (l’episodio più iconico: il “lancio delle monetine” a Craxi all’uscita dell’Hotel Raphael).

Si tratta soltanto di un’illusione, e questo lo si capirà chiaramente a partire dall’anno successivo, ma intanto la maggioranza degli italiani sogna un futuro diverso. I segnali ci sarebbero pure: dopo quasi cinquant’anni di governo, la Democrazia Cristiana si scioglie e viene rimpiazzata dal Partito Popolare Italiano, mentre il boss mafioso Totò Riina viene arrestato dopo ben 23 anni di latitanza.

Intanto proseguono le guerre nella ex Jugoslavia, Yasser Arafat e Yitzhak Rabin firmano gli “accordi di Oslo” (rimarranno lettera morta), con l’entrata in vigore del trattato di Maastricht nasce ufficialmente l’Unione Europea, passo decisivo verso la creazione della moneta unica, mentre i nuovi presidenti di Stati Uniti e Russia, Bill Clinton e Boris Eltsin, volano a Vancouver per il loro primo incontro ufficiale.

L’avvenimento dell’anno è però la decisione del CERN di Ginevra di rendere pubblico il World Wide Web, dopo due anni di fase esclusivamente sperimentale.

Ed ora, la musica. In ambito nazionalpopolare il 1993 viene ricordato per la prima (ed ultima) edizione del Festival di Sanremo in cui a vincere è una canzone dal vago sapore rock: si tratta di “Mistero”, scritta e interpretata da Enrico Ruggeri.

Più significativa è però l’affermazione, fra le “nuove proposte”, del brano “La solitudine”, cantato da Laura Pausini, che in breve tempo diventerà la più grande popstar femminile che l’Italia abbia prodotto negli ultimi vent’anni.

L’hit parade dello Stivale è però dominata dagli 883, con il loro “Nord Sud Ovest Est” album più venduto a fine anno, mentre “Gli Spari Sopra” di Vasco Rossi deve accontentarsi del secondo posto.

Va però benissimo anche “Terremoto” dei Litfiba, il lavoro più hard rock di sempre per la formazione fiorentina, il cui successo è anche merito del maggiore interesse verso i suoni ‘duri’ causati dal ciclone del grunge.

In campo internazionale, il pop più disimpegnato e leggero registra i clamorosi successi di Mariah Carey, Take That e Ace Of Base, quello più raffinato vede la pubblicazione di “Songs Of Faith And Devotion”, il disco della maturità per i Depeche Mode, e l’esordio dei Radiohead con “Pablo Honey”. Importante anche l’esordio omonimo degli Suede, che prepara il campo per l’esplosione del brit – pop.

Tuttavia, al di là dei consueti successi della musica leggera, è il rock a vivere un momento d’oro, grazie all’onda lunga dell’effetto Nirvana, i quali fra l’altro pubblicano il loro ultimo LP, “In Utero”; per un ragazzino del 2013 è difficile crederlo, ma vent’anni fa band come Pearl Jam, Smashing Pumpkins e persino Primus erano in grado di vendere milioni di dischi e arrivare ai primi posti delle chart di mezzo mondo (e i Melvins ottenevano un contratto major…).

Certo, quest’attenzione verso i suoni alternativi aveva allontanato dai riflettori il metal propriamente detto, che però stava attraversando una grande stagione underground: con i Sepultura del nuovo corso di “Chaos A.D.” iniziava a prefigurarsi il nu metal, mentre Atheist, Cynic e Pestilence spingevano il death metal verso livelli di sofisticazione mai visti prima.

Inoltre: gli Angra preparavano il terreno per la fioritura del power europeo, e i Type O Negative riuscivano abilmente a ritagliarsi uno spazio nel calderone ‘alternativo’, almeno a livello di vendite, pur essendo un gruppo gothic/doom.

L’elettronica faceva passi da gigante con gli Autechre, le vecchie glorie del rock Aerosmith e Iggy Pop scrivevano due dei loro dischi migliori, rispettivamente “Get A Grip” e “American Caesar”.

Il 1993 è un anno molto importante anche per l’hip hop, che vede numerosi debuttanti in prima linea: mentre De la Soul e A Tribe Called Quest continuano a mantenere viva la propria produzione, si affacciano per la prima volta personaggi del calibro di Snoop Dogg e formazioni top come Wu-Tang Clan e Black Moon.

Questi ultimi in particolare saranno ben presto etichettati come rivelazione musicale. In Italia il rap continua a ramificarsi e dopo le prime esperienze targate Cherubini e Onda Rossa Posse si presentano al grande pubblico gli Articolo 31 di Dj Jad e J-Ax, che con il loro primo LP “Strade di Città” offrono un concentrato di vita quotidiana in cui toccano con spontaneità e ironia temi di vario genere, e Frankie Hi NRG MC; l’MC torinese si presenta al pubblico con “Verba Manent”, un disco dal grande impatto, soprattutto per la chiara accusa alle mafie e alla corruzione contenuta nel pezzo “Fight da Faida”. Notevole anche l’esordio dei 99 Posse: nati nel ’91 come espressione musicale del centro sociale napoletano Officina 99, pubblicano il loro primo e pluripremiato disco.