Trans Am – Red Line

Sbrigativamente etichettati post rock, in realtà i Trans Am sono ben altro. E se volessimo comunque mantenere il termine post nel definirli, lo dovremmo accoppiare con ‘atomica’. Perché la cifra stilistica dei Nostri è costituita dal disseppellimento di “musica volgare”, insomma gran parte della paccottiglia che il pop, il rock e l’elettronica più deteriori hanno accumulato nel corso di quasi quattro decadi. Riportata alla luce dopo l’esplosione di innumerevoli bombe H. Eppure tutto questo, nelle mani della band del Maryland, si tramuta in qualcosa di stupendo, abbagliante. Perché accanto alle citazioni di battiti disco, synth pop anni Ottanta, hard rock settantiano e chissà cos’altro, c’è la consapevolezza che ogni frammento di suono può rivelarsi sorprendente, se trattato nel modo giusto e senza prendersi troppo sul serio. “Red Line” è il loro indiscusso capolavoro: 21 schizzi di pura creatività senza freni che miscelano krautrock, electro wave, punk, metal, folk, jam psichedeliche e pulsioni math in un caleidoscopio sonico mai udito prima. Gli Shellac incrociati con i Led Zeppelin di “Bad Cat” e i Devo con vocoder virati Kraftwerk di “I Want It All” sono solo due fra i mille esempi che si possono fare nel descrivere un’opera d’arte del calibro di “Red Line”.

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