Ha impiegato dieci anni Tiziano Ferro a confezionare un disco che contenesse anche della musica di qualità e andasse oltre le banalità della musica leggera nazionale post anni ottanta. Ed è una fortuna dato che, a livello vocale, Ferro è sicuramente il migliore della sua generazione (e forse pure della precedente). Non sentirlo più abusare della dance pecoreccia o di finte atmosfere cupe e tristi di lenti scontati e inutili è una liberazione non da poco. Nessuna pietra miliare ovviamente, ma l’affermazione anche artistica di un cantante che riempiva i palazzetti da cinque anni ma che non aveva ancora mostrato la sua vera natura, fatta anche di RnB, bossanova e swing.
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