Non hanno quasi mai avuto una gran fantasia, i californiani Black Heart Procession, nel nominare i loro album. Inutile specificare cosi significhi il titolo “2“. Ma quel che conta è la musica, e in questo ambito pochi, nell’universo indie rock, hanno saputo pareggiare le intuizioni di questa band assolutamente sui generis. Chiamatelo alternative folk, country modificato, acid blues, slowcore o sadcore; chiamatelo come volete, ma non riuscirete mai a dare una definizione esaustiva dello stile dei Nostri. In “2” bastano pochi elementi per costruire mini sceneggiature di film noir americani: la fisarmonica e il canto disarticolato di “Blue Tears”, il piano, la tromba in lontananza e la narrazione alla Tom Waits di “Gently Off The Edge”, i rumori di tempesta e i cigolii che racchiudono il Nick Cave western di “The Waiter No. 2”, un po’ di chitarra e batteria che fendono l’oscurità nelle 11, densissime composizioni di questo capolavoro.
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