Dopo dieci anni, torna sul mercato il trio-culto di Washington Sleater-Kinney. Le ragazze terribili hanno ancora voglia di colpire nel segno, attingendo a piene mani dal post-punk e dall’indie orientato al garage. L’obiettivo viene centrato in pieno e gli onori della critica specializzata sono massimi. Gli anni novanta sono il riferimento principale di No Cities To Love, ma è l’attenzione complessiva posta sul songwriting puro a fare la differenza. Non un voler a ogni costo travolgere l’ascoltatore, ma un accompagnarlo, tra uno scossone e l’altro, a osservare quanto accade là fuori tra politica, business e media. Un ascolto a “No Anthem” può chiarire le idee molto meglio di qualsiasi altra parola.
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