Il capolavoro degli Shadow Gallery rimane “Carved In Stone” (1995), opera che per ispirazione complessiva e sviluppo delle parti corali rimarrà davvero scolpita nella storia del progressive metal. “Legacy” è comunque un’altra prova superba da parte del sestetto americano guidato dall’ugola d’oro di Mike Baker. Non solo. Fra i meriti del disco si può annoverare la sua grande valenza storica. Infatti, anche se ormai la marea prog metal montata nei primi Novanta a causa dell’irruzione sulla scena dei Dream Theater è notevolmente scemata, “Legacy” (altro titolo altamente significativo) testimonia la persistenza di uno stile ormai radicato a livello underground. Seppure molto si sia ormai ridotto a esercizio di stile, non per questo la qualità delle composizioni si è necessariamente abbassata in tutte le pubblicazioni del genere. Nel nostro caso, anzi, brani come “Cliffhanger 2” (la classica suite) e “Colors” (la classica prog ballad) sprizzano bellezza da ogni nota. La morte di Baker, avvenuta nel 2008, sarà un colpo micidiale per la band e per tutti gli appassionati di una scena musicale troppo spesso vituperata a sproposito.
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