Tra gothic, doom e death metal melodico, la proposta dei Sentenced cambiò gradualmente, fino a diventare irresistibilmente fruibile anche per gli ascoltatori di heavy classico. Se “Amok” (1995), “Down” (1996) e “Crimson” (2000) vengono valutati migliori dai fans (e furono già sufficienti a garantire ai finlandesi una buonissima esposizione a livello underground), è con “The Cold White Light” che la band raggiunge molte più persone, introducendo nuovi ascoltatori al proprio sound narrante depressioni, suicidi e pessimismo cosmico. In realtà c’è una discreta dose di autoironia e sarcasmo (“Excuse While I Kill Myself” – “The Luxury of a Grave”), in un mix che funziona alla grande. Il gruppo sorprendentemente deciderà di sciogliersi nel 2005, lasciando un vuoto notevole nella scena e nel cuore dei fan. Era comunque giusto ricordare in questa trattazione una delle band gothic metal più interessanti e personali del periodo.
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