Percorso bizzarro e unico, quello che hanno compiuto i bavaresi Notwist per approdare al capolavoro “Neon Golden“. La band teutonica guidata dai fratelli Acher, infatti, era partita oltre un decennio prima scarnificando chitarre, basso e batteria in un vortice hardcore punk che trova testimonianza nel primo e omonimo album della formazione, targato 1991. I tre dischi che seguono vedono Markus e Michael espandere le ambizioni incorporando elementi post hardcore, indie rock ed elettronici. Questi ultimi caratterizzano il melanconico andazzo dei brani presenti in “Neon Golden”, ricchissimi di colorazioni quasi inaudite, che passano dall’indie al post rock in un battito di ciglia, collegate l’una all’altra da un creativo e mobilissimo tappeto di sintetizzatori e campionamenti dal taglio arty. La voce distaccata e indolente di Markus segna episodi come “Pilot”, scansione quasi krautrock (c’è una parvenza del motorik dei Neu!) innestata su melodia indie pop, e “Pick Up The Phone”, gemma purissima di crash sintetici e svagati suoni di archi e fiati presi a prestito dal Philip Glass più popolare, quello di “Facades” per intenderci. E le altre 8 tracce non sono da meno. Stile, coraggio e sentimento, per un’opera imprescindibile dei nostri giorni.
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