Ormai sembrava impossibile che il leggendario “Loveless” (1991) potesse avere un seguito. Invece dopo 22 anni Kevin Shields, del tutto inaspettatamente, mette in streaming le 9 tracce del terzo album dei suoi My Bloody Valentine, per l’occasione riuniti nella classica line – up a quartetto (oltre a Shields, la sua ex compagna Bilinda Butcher, e ancora Debbie Googe e Colm Ó Cíosóig). “MBV” è (quasi) perfetto. Un ritorno al passato tanto scientifico da risultare quasi incredibile nella sua capacità di mantenere inalterate le atmosfere dell’epoca d’oro. Eteree e al contempo rumorose, come tradizione shoegaze impone (tradizione “inventata” dai My Bloody Valentine stessi). Questo è particolarmente vero per la prima parte dell’album, in cui sfilano pezzi come “She Found Now” e “Only Tomorrow”, i quali potrebbero tranquillamente saltar fuori dalle sessioni di registrazione di “Loveless”. E allora l’unico difetto di questo disco, si pensa, è esser stato concepito due decadi dopo, quando la storia si è già compiuta. Potrebbe affiorare un po’ di delusione, se il sound della formazione anglo – irlandese si fosse cristallizzato del tutto nel ripiegamento verso quello che fu. Invece Kevin e soci sanno stupire proprio nel finale, quando piazzano un ibrido rave/garage strumentale del calibro di “Nothing Is” e fanno calare il sipario sui quasi 6 minuti di soffice vertigine acida di “Wonder 2”. A questo punto, un paio di filler non pregiudicano l’eccellenza di uno dei ritorni dell’anno.
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