L’ensemble dei múm (scritto rigorosamente in minuscolo) condivide la stessa nazionalità dei Sigur Rós. Un retroterra non solo geografico, dacché le due band islandesi mostrano un’affinità spirituale ben marcata, estrinsecata in un concetto di suono denso di atmosfere eteree, oasi cullanti in un mare nebbioso e incerto. Detto delle similitudini, bisogna anche marcare le differenze. Nel caso dei múm il post rock e l’ambient non sono le componenti soverchianti, dal momento che il loro è un sound più elettronico, che trova nel glitch uno degli sbocchi espressivi privilegiati, l’altro essendo il folk virato lo – fi. La somma dei due dà un ibrido di folktronica in salsa dream pop che in “Summer Make Good” trova la più perfetta espressione dell’intera carriera. In seguito il complesso s’impantanerà nel poco riuscito “Go Go Smear The Poison Ivy” (2007), prima di resuscitare con la buona svolta folk – pop di “Sing Along To Songs You Don’t Know” (2009). Nulla a che vedere, comunque, con la magia contenuta in queste 12 tracce.
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