Miley Cyrus – Bangerz

Il fenomeno pop dell’anno (pop inteso come cultura popolare a tutto tondo) è sicuramente quello di Miley Cyrus, l’ex Hannah Montana riciclatasi a icona della “trasgressione” giovanile. In questo senso il titolo dell’album è tutto un programma. Presa nel nostro contesto, la Cyrus è persino “innovativa” nelle sue pose sexy (ma anche no, a volte), nei suoi furti alla musica nera, nel suo look costruito a tavolino, nelle sue trovate tese a scandalizzare…chi? Boh, evidentemente qualcuno che si offende a vedere un twerking o lei nuda di profilo su una palla da demolizione ci sarà pure. Per innovazione s’intende la “ribellione fuffa” studiata fin nei minimi dettagli da discografici, produttori e da Miley stessa per far vendere il prodotto. Perché in questo caso non si sta parlando della disperazione vera di una Amy Winehouse, o degli squilibri di una Britney Spears che rischia di rovinarsi vita e carriera. No, a questo giro sono manager ed etichetta a dare pieno supporto alle trovate della figlia di Billy Ray, che sa benissimo quel che fa. Si tranquillizzi Sinéad O’ Connor, non abbiamo a che fare con l’ingenua ragazzina sfruttata da squali dello show biz senza scrupoli. Musicalmente, “Bangerz” è un compitino onesto con un paio di pezzi che spiccano e idee scippate ovunque, specialmente da Rihanna (d’altronde i produttori sono gli stessi). In questo, però, l’album può esser visto come specchio del pop contemporaneo. Tanto hype e pochi contenuti, puro entertainment che non riesce a guardare al di là di un arco temporale che superi l’anno in corso.

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