Non è un capolavoro e neppure fra i migliori dischi di Miles Davis. Si tratta però di un crocevia importantissimo, poiché è il primo disco del trombettista a fare uso di strumentazione elettrica (per la precisione, basso, chitarra e pianoforte). “Miles In The Sky” è quindi il primo esempio di fusion attuata da un jazzista ‘classico’, anzi dal più grande jazzista dell’epoca. In un paio d’anni Davis sbigottirà tutti con la sua sterzata verso il jazz – rock più spavaldo ed ostentato, cambiando per sempre i connotati ad entrambi i generi.
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