Dopo anni tumultuosi, in cui Justin Bieber ne ha combinate di cotte e di crude tra denunce, arresti, eccessi, la popstar canadese pubblica Purpose, il primo lavoro che vuole dichiaratamente prendere le distanze dal teen-pop. Dopo un meticoloso lavoro di promozione sui social, e una pazzesca strategia marketing per lanciare singolo (“What Do You Mean?”, con un countdown che ha coinvolto diverse celebrity) e album stesso (con una serie di immagini di graffiti sparsi per tutto il mondo ispirati ai titoli dei nuovi brani), Bieber (stra)vende oltre quattro milioni di copie, riposizionandosi sulla mappa del pop commerciale che conta. Se sulle performance dal vivo i dubbi sulla star rimarranno immutati, su disco il pop contaminato da elettronica ed EDM funziona eccome. Da segnalare anche “Purpose: The Movement”, uno short film pubblicato per intero su Vevo, che comprende tredici clip ispirate a ognuna delle canzoni di “Purpose”.
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