Il 1973 è l’anno più creativo per Daevid Allen e allegra combriccola fricchettona dei Gong. La band s’è ingrandita con gli arrivi di Tim Blake al sintetizzatore e Steve Hillage alla chitarra su “Flying Teapot“, a cui si aggiungeranno i vocalizzi di Mike Howlett e le percussioni di Pierre Moerlen nel successivo “Angel’s Egg“. Sono questi i primi due capitoli della “Trilogia di Radio Gnome”, che si concluderà l’anno successivo nel meno riuscito “You”. Al contrario, gli album qui presi in esame rappresentano il massimo a cui la musica acid/space rock dei Gong sia giunta. Si tratta di un approfondimento del sound di “Camembert Electrique” (1971), che s’imbizzarrisce ancor di più nelle due lunghe suite presenti sul primo disco, “Zero The Hero & The Witch’s Spell” e “Flying Teapot”, la quali incorporano tutto l’armamentario lirico/musicale dei Nostri: dilatazioni ambient, jazz obliquo, vocalizzi orgasmici di Gilli Smyth, anarchia lisergica e fughe in galassie immaginarie. Dal canto suo, “Angel’s Egg” è meno rutilante e immaginifico, ma anche meno dispersivo e più curato dal punto di vista del suono; qui si possono trovare i pezzi più famosi del gruppo, su tutti “Oily Way” e “i Never Glid Before”. La psichedelia spaziale dei Gong non sarà mai più così rilucente.
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