Giorgio Gaber – Io Non Mi Sento Italiano

Giorgio Gaber non riesce a vedere la pubblicazione del suo ultimo album. Quando esce “Io non mi sento italiano“, infatti, il grande cantautore milanese è già scomparso da quasi un mese. La commozione che suscita la sua morte spinge l’ellepì al primo posto in classifica; a fine anno sarà il 15esimo più venduto in Italia. Un risultato insolito per un’opera del Nostro, che raramente ha venduto molti dischi, eccezion fatta per la prima parte della carriera, quella più leggera e disimpegnata. E disimpegnato “Io non mi sento italiano” non lo è affatto. Anzi, migliore testamento Gaber non l’avrebbe potuto scrivere. Con la preziosa collaborazione di Sandro Luporini l’artista concepisce una teoria di amare elucubrazioni, sferzanti quanto quelle di trent’anni prima. I temi sono amplissimi: si va dall’attualità (la title – track, che in realtà va ben oltre il presente d’allora…) all’intimismo (la splendida “L’illogica allegria”), dall’indagine psicologico/filosofica (“I mostri che abbiamo dentro”) fino a ruminazioni a ruota libera che toccano vertici altissimi (“Il tutto è falso”). La musica è un discreto accompagnamento che permette a Gaber di sfogarsi in totale libertà, mettendo in mostra il consueto coraggio nelle sue rivendicazioni da “cane sciolto” (alla resa dei conti è stato forse, insieme a De André, il più grande anarchico della canzone italiana). La sua voce mette i brividi, non solo per quello che dice ma anche perché inequivocabilmente segnata dalla malattia. Non resta nient’altro da dire, se non che il 1º gennaio del 2003 la cultura italiana si scopre irrimediabilmente più povera.

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