I Fleetwood Mac sono stati un importante gruppo di blues rock inglese, saliti alla ribalta verso la fine degli anni Sessanta con album quali “Peter Green’s Fleetwod Mac” (1968) e “Then Play On” (1969), il primo una vibrante collezione di blues urbani marchiati a fuoco dalle chitarre elettriche di Jeremy Spencer e Peter Green, il secondo un notevole esempio di fusione fra psichedelia e british blues, forse il capolavoro della band. Ma quelli di “Rumors” sono dei Fleetwood completamente diversi: della line – up originale sono rimasti solo il batterista Mick Fleetwood e il bassista John McVie, mentre a rimpinguare le fila della formazione ci hanno pensato il cantante e chitarrista Lindsey Buckingham più altre due voci femminili, quelle di Stevie Nicks e Christine McVie (quest’ultima pure tastierista). Nel corso degli anni, anche la matrice della “musica del diavolo” si è via via attenuata, disciolta in un eclettismo sonoro che guardava sempre più prepotentemente verso il soft rock; atteggiamento che ha raggiunto la maturità proprio nell’opera qui presente, spaventoso assembramento di singoli spaccaclassifica, dalle delicate ballad “Dreams” e “Songbirds” alle più ritmate “Don’t Stop” (un pop/rock spolverato southern in grado di mettere d’accordo tutti, tanto da venir utilizzato da Bill Clinton per la sua prima e fortunata campagna elettorale) e “Go Your Own Way”, il cui brioso svolgimento si conclude in un pirotecnico assolo di Buckingham. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per sfondare; ma il successo andrà oltre ogni previsione, infatti l’LP venderà oltre 40 milioni di copie e conquisterà 19 dischi di platino negli USA e 11 in UK. “Rumors” è il vertice assoluto del rock per famiglie.
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