Clutch – From Beale Street To Oblivion

Luogo mitico, la Beale Street di Memphis. Con una storia quasi centenaria alle spalle, che narra di una miriade di piccoli locali in cui potevi veder suonare nomi come Muddy Waters, B.B. King, Albert King, per citare solo i maggiori. Oggi, anche se moltissime attrazioni sono ancora aperte, è più che altro un luogo affollato di turisti, ciononostante nei suoi paraggi si è scritto un bel pezzo di storia del blues urbano. E oltre. In questo senso non c’era gruppo più indicato dei Clutch a rendere omaggio a tale tradizione. Fra le innumerevoli band segnalatesi dagli anni Novanta in poi per il recupero del blues rock d’antan, la formazione del Maryland è una delle più esaltanti, con almeno un paio di capolavori all’attivo. Uno è proprio questo disco, in cui un organo sornione dona un tocco magico ad alcune fra le canzoni più notevoli per quanto riguarda lo stoner rock più melodico e abbarbicato ai gloriosi tempi di Cream, Ten Years After, Allman Brothers Band, Led Zeppelin, Free e ottima compagnia. Non hanno mai sfondato fra il grande pubblico (al contrario dei più ‘piacioni’ Wolfmother, solo per fare un esempio); proprio per questo motivo “From Beale Street To Oblivion” va necessariamente tratto in salvo.

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