Un debutto pazzesco per i Bullet For My Valentine. Fondendo il metalcore classico con il metallo classico (heavy e thrash prevalentemente) e spruzzate di emocore, i quattro ragazzi Gallesi fanno strage di cuori e di giovani consensi nel 2005, rimanendo per due anni di fila in tour a promuovere il disco, aprendo concerti a Guns N’ Roses e Metallica. Uno shock per i conservatori, manna dal cielo per chi cercava nuove leve e riferimenti meno “datati” dei mostri sacri. Il cd è valido, incalzante, dotato dei giusti ganci melodici e dell’aggressività necessaria per far breccia nella scena heavy. Ci sono anche due hit in grado di resistere nel tempo come “Tears Don’t Fall” e “All These Things I Hate”. Per sfruttare il buon momento i ragazzi non si risparmiarono, al punto che il singer Matthew Tuck dovette sottoporsi d’urgenza a una tonsillectomia nel 2007. Negli anni successivi, i BFMV si concentrarono troppo sull’immagine e sul tentativo di scrivere i singoli giusti piuttosto che a ricreare un lavoro organico, potente e vario come il qui presente “The Poison”. Se il successivo “Scream Aim Fire” (2008) si salverà, l’incerto “Fever” (2010) e l’agghiacciante “Temper Temper” (2013) faranno dubitare molti delle loro effettive capacità. Il successo commerciale (quattro milioni di copie vendute) tuttavia continuò, permettendo al gruppo di vivere di rendita più a lungo di quanto in realtà meritasse…
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