Con il lato A di “Bringing It All Back Home” Dylan celebra la sua famosa svolta elettrica, sconvolgendo i puristi: brani come “Subterranean Homesick Blues” e “Maggie’s Farm” colpiscono duro con una miscela di blues, folk e rock al vetriolo che non si era mai udita prima in una forma tanto efficace. E nel lato B, quello acustico, il musicista elargisce altre due canzoni epocali quali “Mr. Tamburine Man” e la visionaria e apocalittica “It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding)”. “Highway 61 Revisited“, pubblicato a pochi mesi di distanza, rincara la dose; la fusione tra folk e rock è ora del tutto compiuta, e “Like A Rolling Stone” lascia stupefatti per l’interazione perfetta delle due componenti, mentre “Desolation Row” spaventa per il suo nichilismo. Il folksinger dedito principalmente a canzoni di protesta non esiste più. Si è trasformato in qualcosa di ancor più scomodo e pericoloso.
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