Uno dei più grandi esempi di musica elettronica contemporanea. “Geogaddi” procede per movimenti spiraliformi, annullando gli opposti in un intrico di suoni saturi e perlustrazioni al confine con l’avanguardia. Digitale e analogico vengono immessi in un continuum di frequenze stranianti che riverberano ambient, techno, trip hop e bizzarri rimasugli di psichedelia virata new age (frequenti gli inserimenti di rumori ambientali catturati nel mondo della natura). Il tutto va ben oltre la somma delle parti, riuscendo a dire qualcosa di realmente nuovo nell’ambito dell’electro di inizio millennio. D’altronde, sebbene si tratti soltanto del secondo album ufficiale per il duo scozzese formato dai fratelli Michael Sandison e Marcus Eoin, “Geogaddi” è in realtà il frutto di una formazione ormai matura, che sin dalla fine degli anni Ottanta ha immesso sul mercato, in modo quasi carbonaro, una gran quantità di materiale altamente interessante. Ottimi anche i due successori, “The Campfire Headphase” (2005) e “Tomorrow’s Harvest” (2013).
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